CATEGORIE GIUBBINI E CAPACITÀ DI ROVESCIAMENTO
Esiste una differenza sostanziale tra l’aiuto al galleggiamento,
spesso utilizzato in regata e che supporta solo parte del peso (solitamente è da 50N)
e il giubbotto di salvataggio, quello che salva la vita, sostenendone completamente a galla il peso con la testa emersa,
e in alcuni casi assicurando anche la rotazione di una persona incosciente sulla schiena, permettendogli di respirare.
Gli accessori nautici come i giubbini sono costruiti per adulti o per bambini (modelli junior).
Questi ultimi variano in funzione del peso del bambino e i più piccoli possono avere un sostegno inguinale in tessuto o cinghia, per evitare che il salvagente si sfili dalla testa quando il bambino cade in acqua o lo si sta recuperando a bordo.
Esistono due categorie di giubbotti di salvataggio: quelli in
schiuma espansa da 100 e 150N e quelli
gonfiabili da 165, 180, 200, 275 e 300N.
Questi numeri indicano i
Newton (ricordiamo 10 N sono circa 1.02Kg) di spinta che il giubbino immerso genera verso l’alto, la sua galleggiabilità.
A livello normativo, i giubbotti venduti in Europa devono essere conformi alla normative 12402-4 per i 100N, 12402-3 per i 150N e 12402-2 per i 275N, come nella tabella sotto riportata.
Il salvagente per essere efficace deve essere pratico da indossare, ha possibilmente un sostegno per la testa, in modo da aiutare nel sostentamento qualora non si è coscienti e non deve ostacolare i movimenti.
TIPI DI GIUBBINI
I primi che vediamo sono i modelli in schiuma espansa (morbida o rigida, i modelli classici) hanno un rivestimento arancione munito di catarifrangenti,
così da essere visibili e rintracciabili in mare di giorno e notte. La loro struttura è composta da un interno di schiuma a cellule chiuse,
ovvero che non assorbe acqua, così da non perdere di galleggiabilità anche se bagnati. I modelli in schiuma morbida favoriscono galleggiabilità e vestibilità.
Possono essere stretti con cinghiette con diversi sistemi di chiusura indossandoli tipo a gilet, più o meno pratici, adattandosi alle differenti corporature.
Sono i più comuni e meno costosi, adatti ad una navigazione costiera e per ottemperare alle disposizioni di legge.
Leggermente migliori rispetto ai più economici giubbini a stola sono quelli a corpetto, molto pratici per i movimenti e consigliabili al velista sportivo,
per il wind surf o lo sci nautico. Questi ultimi sono spesso solo un aiuto al galleggiamento, di fatto hanno una spinta limitata e quindi non sono validi come dotazione di legge.
I preferiti dai marinai e spesso utilizzati per la navigazione d’altura sono i gonfiabili, automatici o con attivazione manuale,
poco ingombranti in navigazione e molto efficienti, se ben indossati, una volta gonfiati.
In opzione questi salvagenti possono avere un cappuccio che copre la testa e la protegge dagli spruzzi,
uno dei maggiori pericoli per un naufrago in condizioni di vento estremo è la nebulizzazione dell’acqua nell’aria che respira.
Bisogna considerare che i salvagenti gonfiabili sono oggi la miglior soluzione e hanno capacità di spinta che va ben oltre i 150N dei giubbotti tradizionali,
assicurando il massimo galleggiamento per ogni uomo, considerando anche i pesi indotti da abbigliamento, cerata e stivali.
Una volta immerso in acqua il giubbotto, una bomboletta di gas CO2 compresso viene forata dal meccanismo di apertura consentendo il gonfiaggio
immediato delle camere in tessuto che lo compongono. Il sistema di apertura può essere idrostatico (Hammar) o con una pastiglia di sale o carta,
che bagnata cede e libera il meccanismo, (UML-5) mentre è sempre presente un sistema manuale di emergenza così come una cannuccia per il gonfiaggio a bocca.
SISTEMI DI ATTIVAZIONE SALVAGENTE GONFIABILE
MANUALE A STRAPPO: Semplice, si attiva un cordino che fora la cartuccia di CO2 e gonfia il salvagente. Da notare che si attiva solo se coscienti, inefficace come dotazione di sicurezza
AUTOMATICO IDROSTATICO HAMMAR: Si attiva per pressione dell’acqua, una volta che il pressostato si è immerso per circa 10cm. Da notare che il sistema è resistente ad umidità ed acqua, ma non sempre si attiva se ci si immerge lentamente e sul dorso
AUTOMATICO CON PASTIGLIA DI SALE O CARTA ULM-5: Il più comune, una molla è trattenuta da un compressa di sale o carta che si scioglie se bagnata, forando la bomboletta e liberando la CO2 che gonfia il giubbino. Da notare che richiede minima manutenzione e può attivarsi in caso di onda o spruzzo che bagna la pastiglia e quando in sentina o nel gavone è presente acqua.
DISCLAIMER-ESCLUSIONE DI RESPONSABILITÀ
Non siamo responsabili per l’uso improprio dei mezzi di salvataggio, l’articolo è di cultura generale.